PROSSIMI APPUNTAMENTI e INFO

28.2.10

Mercoledì 03.03.10 ore 19.40 c/o Fratelli Marx















INVICTUS - L'INVINCIBILE 







di Clint Eastwood











Con Morgan Freeman, Matt Damon, Tony Kgoroge, Patrick Mofokeng, Matt Stern. Genere Drammatico, produzione USA, 2009. Durata 134 minuti circa.











Eastwood affronta con ammirazione la figura di Nelson Mandela in un film assolutamente classico




di Giancarlo Zappoli










Nelson Mandela è il presidente eletto del Sud Africa. Il suo intento primario è quello di avviare un processo di riconciliazione nazionale. Per far ciò si deve scontrare con forti resistenze sia dalla parte dei bianchi che da quella dei neri. Ma Madiba, come lo chiamano rispettosamente i suoi più stretti collaboratori, non intende demordere. C'è uno sport molto diffuso nel Paese: il rugby e c'è una squadra, gli Springboks, che catalizza l'attenzione di tutti, sia che si interessino di sport sia che non se ne occupino. Perché gli Springboks, squadra formata da tutti bianchi con un solo giocatore nero, sono uno dei simboli dell'apartheid. Mandela decide di puntare proprio su di loro in vista dei Mondiali di rugby che si stanno per giocare in Sudafrica nel 1995. Il suo punto di riferimento per riuscire nell'operazione di riunire la Nazione intorno alla squadra è il suo capitano François Pienaar.



Negli Stati Uniti all'uscita del film c'è chi ha affermato che il nome del protagonista si scriveva Mandela ma si pronunciava Obama. Chi la pensa così evidentemente non conosce nulla di Clint Eastwood. Clint è un repubblicano nel DNA, ha fatto campagna per McCain e attende gli esiti dell'Amministrazione democratica con una fiducia guardinga. Eastwood però è un conservatore illuminato e con il suo cinema ormai da tempo persegue una ricerca nel profondo degli elementi che possono, senza che nessuno perda la propria identità di base, provare a conciliare gli opposti. Lo ha fatto (solo per stare nel breve periodo) con Million Dollar Baby, con Flags of Our Fathers e Lettere da Iwo Jima e, in modo ancor più esplicito e rivolto al grande pubblico, con Gran Torino.



In Invictus trova in Mandela (e in un totalmente mimetico Morgan Freeman) una sorta di supporto storico alla sua ricerca. Ciò che racconta non è frutto della fantasia di uno sceneggiatore ma trae origine dai fatti narrati nel libro di John Carlin "Playing the Enemy: Nelson Mandela and the Game That Made a Nation". Eastwood ne trae un film assolutamente classico sia per quanto riguarda lo stile visivo sia per quanto attiene ai due generi consolidati (biografia e cinema e sport) a cui fa riferimento. Si sente in lui e in Freeman la profonda ammirazione per Mandela con la consapevolezza (lo si dice anche a un certo punto facendo riferimento a una gaffe di una sua guardia del corpo a proposito della famiglia) del rischio dell'agiografia. Che viene sfiorato ma poi in definitiva evitato nel momento in cui si mostra come il desiderio di superare il devastante clima dell'apartheid parta dal cuore ma sia filtrato da uno sguardo razionalmente strategico. Mandela non è spinto dal sentimentalismo. I versi di "Invictus" imparati in prigione hanno rafforzato la tempra di un uomo che sa come raggiungere l'obiettivo rischiando in proprio ma sostenendo il rischio con una strategia ben definita. Lui che non sa granché di rugby non solo si tiene a fianco una sorta di trainer ma impara a memoria volti e nomi dei giocatori. Ha la fortuna di trovare in Pienaar un uomo che non dimentica di essere diventato un segno di divisione ma che non teme di mutare atteggiamento. La rudezza sul campo non è disgiunta dall'intuito e il modo in cui Eastwood ci mostra una partita di cui gli annali hanno già fissato l'esito sottolinea questa empatia. Due uomini, due squadre (gli Springboks e il ristretto staff presidenziale) e due ‘popoli' che compiono un primo, importante passo per iniziare a divenire una Nazione nel pieno e moderno senso del termine. Chi ha la parola ‘buonismo' sempre a portata di tastiera la sprecherà anche questa volta ricordando magari come in Sudafrica i problemi non siano tuttora completamente risolti. Dimenticando, al contempo, che ci sono film buonisti e buoni film. Invictus appartiene ai secondi.
(da mymovies)

16.2.10

Mercoledì 17.02.10 ore 19.50 c/o Cinema Romano (in lingua originale)


LE CONCERTUn film di Radu Mihaileanu. Con Aleksei GuskovDmitri NazarovFrançois BerléandMiou-Miou,Valeri Barinov Commediadurata 120 min. - Francia, Italia, Romania, Belgio 2009. - Bim 

Dario Coppola
 
Un film simbolico, paradossale, icastico, commovente, da vedere assolutamente in lingua originale! Dario Coppola

Andreï Filipov è un direttore d'orchestra deposto dalla politica di Brežnev e derubato della musica e della bacchetta. Rifiutatosi di licenziare la sua orchestra, composta principalmente da musicisti ebrei, è costretto da trent'anni a spolverare e a lucidare la scrivania del nuovo e ottuso direttore del Bolshoi. Un fax indirizzato alla direzione del teatro è destinato a cambiare il corso della sua esistenza. Il Théâtre du Châtelet ha invitato l'orchestra del Bolshoi a suonare a Parigi. Impossessatosi illecitamente dell'invito concepisce il suo riscatto di artista, riunendo i componenti della sua vecchia orchestra e conducendoli sul palcoscenico francese sotto mentite spoglie. Scordati e ammaccati dal tempo e dalla rinuncia coatta alla musica, i musicisti accoglieranno la chiamata agli strumenti, stringendosi intorno al loro direttore e al primo violino. La loro vita e il loro concerto riprenderà da dove il regime li aveva interrotti, accordando finalmente presente e passato.
Con Train de vie Radu Mihaileanu “addolcì” la Shoa, circondandola di un'aura pienamente fantastica e organizzando una finta “autodeportazione” per evitare quella reale dei nazisti. Il suo treno carico di ebrei fintamente deportati ed ebrei fintamente nazisti riusciva a varcare come in una favola il confine con la Russia. Ed è esattamente nella terra che prometteva uguaglianza, salvezza e integrazione, che “ritroviamo” gli ebrei di Mihaileanu, musicisti usurpati del palcoscenico e della musica a causa della loro ebraicità.
È un film importante Il concerto perché racconta una storia ancora oggi sconosciuta, la condizione esistenziale degli ebrei che vissero per quarant'anni nel totalitarismo. Andreï Filipov e i suoi orchestrali sono idealmente prossimi agli artisti che durante il regime di Brežnev si macchiarono dell'onta infamante del dissenso e furono cacciati dal paese o dai luoghi dove esercitavano la loro arte con l'accusa di aver commesso atti antisovietici. Costretti a vivere (e a morire) nei campi di lavoro della dittatura brezneviana o additati di fronte al mondo e al loro Paese come parassiti sociali, i protagonisti del film riposero gli strumenti per trent'anni e ripiegarono su esistenze dimesse e mestieri svariati: facchini, commessi, uomini delle pulizie, conducenti di autoambulanza, doppiatori di hard movie. Il regista rumeno li sorprende in quella vita (ri)arrangiata e offre loro l'occasione del riscatto artistico e della reintegrazione nel loro ruolo.
Come Gorbaciov, Mihaileanu restituisce alla Russia un patrimonio umano e intellettuale, concretato nel Concerto per Violino e Orchestra di Tchaikovsky, diretto da Filipov nell'epilogo e metafora evidente della relazione tra il singolo e la collettività. Positivo del negativo Wilhelm Furtwängler, celebre direttore della Filarmonica di Berlino convocato di fronte al Comitato Americano per la Denazificazione, l'Andreï Filipov di Alexeï Guskov è un fool, un'anima gentile dotata come lo Shlomo di Train de vie di un talento per l'arte della narrazione e della finzione, che conferma la predilezione del regista per l'impostura a fin di bene e contro la grandezza del Male.
Ancora una volta è la musica ad accordare gli uomini. In un'amichevole gara musicale tra due etnie perseguitate (ebrei e gitani) o nella forma del Concerto per Violino e Orchestra, due sezioni che formano un'irrinunciabile unità emozionale.
(da mymovies)

11.2.10

Lunedì 15.02.10 BRAHMS, PROKOF'EV, GALILEO, CASELLI, VATTIMO, TRAVAGLIO, GAMBAROTTA, SEGATTI


SCELTA FRA DUE APPUNTAMENTI STASERA


1. PROCESSO A GALILEO
ore 20 c/o Teatro Regio


Un giornalista, un filosofo un giudice e un teologo rifanno il famoso processo a distanza di quattro secoli

di MONICA SICCA dal sito di LA STAMPA


Galileo torna davanti al Sant’Uffizio per difendere ancora una volta il suo punto di vista minoritario che sarà domani quello della maggioranza, anche se lo sappiamo solo noi che viviamo nel suo futuro. Il fatto che sia Marco Travaglio a interpretare lo scienziato autorizza l’aspettativa di qualche brivido legato all’attualità: sosterrà che il sole non può girare intorno a Berlusconi? Oserà togliere al Cavaliere il suo sacrosanto posto al centro dell’universo? A difenderlo sarà il filosofo Gianni Vattimo, che certo simpatizza per l’imputato di ieri e di oggi. Il giudice, che non c’immaginiamo troppo al di sopra delle parti, sarà Gian Carlo Caselli. Mentre a Bruno Gambarotta spetta il ruolo del Prologo, nei panni del cardinale Bellarmino, tanto bistrattato dalla storia, il teologo Ermis Segatti che magari sosterrà, sulla scia dell’anarchico Feyerabend, che quelle di Galileo erano solo «macchinazioni propagandistiche ». Un giudizio che non dispiacque a Joseph Ratzinger: quando era ancora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (il Sant’Uffizio dei tempi di Galileo), lo citò in una conferenza del 1990. A riportare oggi la figura dello scienziato pisano condannato e poi costretto ad abiurare davanti alla Santa Inquisizione nel 1633, sarà questa volta l’Associazione Culturale Il Libro Ritrovato, che presenterà «Processo a Galileo» lunedì 15 febbraio alle 21 al Piccolo Regio (info 011/660.29.27). L’idea è di Laura Salvetti Firpo, la moglie dell’intellettuale torinese scomparso nel 1989, che ha sceneggiato il dibattito traendo spunto dall’«Apologia di Galileo» di Tommaso Campanella, anche lui perseguitato, torturato, chiuso in prigione per un lustro di secolo e che con Galileo ebbe un intenso scambio epistolare. Ha aggiunto temi di dibattito dall’oggi, come la questione del testamento biologico, e affidato la regia a Pietra Selva Nicolicchia di Viartisti Teatro, con la quale spesso collabora su argomenti etici e di impegno civile (con loro aveva realizzato « Processo alla Costituzione », sempre con Travaglio). L’evento-spettacolo è già andato in scena a Roma con un enorme successo, anche se tranne Caselli erano diversi gli «attori»: lo scienziato era l’avvocato Gaetano Pecorella, il penalista famoso per aver difeso Berlusconi ed essere stato poi eletto in Parlamento con Forza Italia nonostante il passato di legale dell’ultrasinistra, la difesa era affidata a Paola Severino, avvocato di grande fama e vicedirettore dell’università Luiss di Roma, e l’accusa a Stefano D’Ambruoso, pm a Milano negli anni dell’allarme per il terrorismo islamico. E non è neanche la prima volta in cui tornano a rivivere processi che diventano occasione per condannare o assolvere più in generale la Storia: Giordano Bruno, Socrate, Giuda tra i molti, tanto che al Festival dei due Mondi di Spoleto questi sono tra gli appuntamenti più seguiti. Qui a Torino ci sarà grande attesa per il discusso Travaglio, per alcuni reazionario e giustizialista ma per molti il numero uno del giornalismo italiano oggi, alla ricerca costante della verità al di là delle ideologie, un eroe contemporaneo, anche se come dice Brecht in «Vita di Galileo », «sventurata è la terra che ha bisogno di eroi». Si porterà dietro il suo pubblico, Travaglio, e d’altra parte gli spettatori sono determinanti per il giudizio finale: con le palline colorate che saranno distribuite all’ingresso, spetterà a loro emettere il verdetto di assoluzione o di condanna.

2. CONCERTO LINGOTTO GIOVANI
ore 20 c/o Sala 500 Lingotto


Brahms Sonata n. 1 in sol maggiore op. 78


Prokof’ev Sonata n. 2 in re maggiore op. 94a
 
 
brani eseguiti da
 
Duo Kagan
 





Alexander Kagan violino
Sofiya Kagan pianoforte

10.2.10

Venerdì 12.02.10 0re 20.40 c/o Teatro Alfieri

Processo
a Socrate

dai Dialoghi di
 PLATONE



Un ritorno a grande richiesta per una delle più vibranti interpretazioni di Piero Nuti.

I dialoghi di Platone dedicati al processo e alla condanna a morte di Socrate rappresentano una delle più alte riflessioni sul senso della giustizia, del dovere dell'uomo e della morte.

Lo stesso Socrate, a colloquio con i suoi discepoli, nel momento estremo della condanna capitale, fornisce con le sue parole e con il suo comportamento la prova vivente di una esistenza spesa a testimoniare il valore assoluto dell'obbedienza alle leggi, dell'amore per la patria, della religiosità della giustizia. Nonostante gli accorati appelli a cercare la salvezza, Socrate va incontro alla morte con la consapevolezza di chi accetta il martirio come prova di altissima umanità, come testimonianza del senso più alto della giustizia. "È giunta ormai l'ora di andare, io a morire, voi a vivere. Chi di noi vada a miglior sorte nessuno lo sa tranne Dio".



scritto e diretto da Piero Nuti

con Giacomo Barabino, Antonio Orria





Orario: 21.00
TEATRO ALFIERI Torino, p. Solferino, 4  tel. 011/562.38.00

Prezzo: posto unico 6,00 Euro - ridotto (per abb. e convenzionati T. Spettacoli) 4,00 - abbonamento ai 3 titoli 12,00


7.2.10

Grandi preparativi per il passaggio del Quintiliano in Associazione

In principio, qualcuno li chiamava  COPPOLANDIA.
Ora i laboratori si sono moltiplicati e si parte per formare l'Associazione Culturale Quintiliano. 
Ecco le prime immagini che documentano l'entusiasmo e la razionalità di questo momento importante per noi che abbiamo costruito e costruiamo il Quintiliano. Grazie a tutti!
  

6.2.10

Martedì 09.02.10 ore 18.10 c/o Cinema Erba (corso Moncalieri)

Il mio amico Eric
Un film di Ken Loach. Con Eric Cantona, Steve Evets, John Henshaw, Stephanie Bishop, Lucy-Jo Hudson, Gerard Kearns, Stefan Gumbs, Justin Moorhouse, Des Sharples, Greg Cook, Mick Ferry, Smug Roberts, Cole Williams, Dylan Williams, Matthew McNulty, Laura Ainsworth, Max Beesley, Kelly Bowland, Julie Brown

Titolo originale Looking for Eric. Commedia, durata 116 min. - Gran Bretagna, Italia, Francia, Belgio 2009. - Bim

Un Ken Loach in perfetto equilibrio tra commedia e dramma

di Giancarlo Zappoli

Un impiegato delle Poste britanniche vede la sua vita andare sempre peggio. Ha lasciato da trent'anni Lily, suo unico e vero amore. Ora vive con i due figliastri lasciatigli da una donna che non c'è e con uno dei quali ha un pessimo rapporto. Eric, che cerca di non ricordare il passato, ha un solo rifugio in cui cercare un po' di consolazione: il tifo per il Manchester e la venerazione per quello che nel passato è stato il suo più grande campione, Eric Cantona. Ora però Eric ha un nuovo e per lui non secondario problema: la figlia che aveva abbandonato ancora in fasce, ma che non ha mai avuto un cattivo rapporto con lui, gli chiede il favore di occuparsi per un'ora al giorno della bambina che ha avuto, in modo da poter completare in pochi mesi gli studi. Sarà però necessario che Eric si faccia consegnare la neonata da Lily che non ha voluto piu' incontrare dal lontano passato. Qualcuno giunge in suo soccorso in modo inatteso e concretamente irreale: il suo idolo: Eric Cantona. Il problema da affrontare non sarà però purtroppo solo questo.

Ken Loach ha realizzato il film della sua assoluta maturità. Sinora ci aveva regalato delle opere che restano nella storia del cinema tout court e in quella dell'impegno a favore dei meno favoriti nelle nostre società. Lo stile era rigoroso, partecipe, con qualche inserto comico ma con una dominante drammatica. In questa occasione riesce a realizzare una perfetta osmosi tra la commedia e il dramma. Arriva anche a fare di più gestendo l'apparizione onirica della star Cantona in un equilibrio perfetto tra ironia, astrazione e (perchè no?) commozione.

Eric Cantona è una leggenda per il calcio internazionale e per i tifosi del Manchester in particolare. Loach è un appassionato di calcio (straordinaria la replica alla domanda 'impegnata' di una collega in conferenza stampa: "Non vado alle partite per fare dei trattati antropologici ma per vedere la mia squadra vincere") e riesce a rileggere, grazie ancora una volta a una sceneggiatura più che mai calibrata di Paul Laverty, il mito calcistico facendolo interagire con le problematiche del piccolo Eric impiegato alle Poste.

Ne nasce una storia d'amore, un film sulla possibile positività dei miti nonchè (ed era l'impresa più difficile di questi tempi) su una solidarietà ancora possibile. Solo lui e pochissimi altri possono riuscire a regalarci una commedia/dramma con happy end in cui realtà e immaginazione si alleano escludendo la retorica.
(da mymovies)

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SEDE via Filadelfia, 42 - 10134 Torino, Italy
Consiglio Direttivo: Presidente: Dario Coppola. Vice Presidente: Anton De Nicolò; Tesoriere: Stefano Marino. Per l'iscrizione all'Associazione si può richiedere il modulo in sede o a un membro del Consiglio Direttivo. Mail: ovidiodariocoppola@alice.it
L' ASSOCIAZIONE QUINTILIANO è stata ideata da Dario Coppola nel 2000

ed è stata fondata nel 2010 con Emanuele Amo, Davide Biagioni, Federico Garino, Irene Fusi, Alberto Saluzzo, Jacopo Villani, Alberto Zanello. A questi soci fondatori sono stati aggiunti, con nomina del presidente, Antonino D'Ambra e Daniele Grillo.

collegamento con Q TV

https://www.youtube.com/watch?v=IFy741kbxrQ

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BREVE STORIA dell'Associazione



ASSOCIAZIONE CULTURALE QUINTILIANO - Il 24 settembre 2010 viene costituita a Torino l'Associazione Quintiliano, che opera in città con i suoi comitati territoriali e laboratori scolastici. La fondazione deriva dall'esperienza laboratoriale iniziata nel 2001.
Nel 2001, a Torino, è partito il progetto del primo Laboratorio Culturale che, con le sue attività didattiche, ha contribuito e contribuisce alla costruzione della personalità degli studenti che ancora lo frequentano, aprendo loro gli orizzonti del sapere. Dopo una prima fase sperimentale, il laboratorio è stato ideato, dal prof. Dario Coppola, e ha così preso corpo nel 2004 con l'acronimo LDG, cioè Laboratorio Didattico del Giusti, il liceo torinese nel quale l'attività ha visto i suoi esordi raccogliendo l'eredità di un grande docente di quel liceo, alla cui memoria il laboratorio è perciò stato dedicato: si tratta del prof. Giorgio Balmas.
Dal 2007 il progetto ha allargato il suo raggio d'azione ed è diventato un laboratorio interscolastico al quale, nella IIIB (2008-09) del Liceo Alfieri, è stato attribuito dal fondatore il nome LC QUINTILIANO. Da allora, il laboratorio ha raggiunto con le sue proposte anche gli studenti e i docenti di altre prestigiose scuole torinesi, e della provincia, come il Copernico, il D'Azeglio, il Majorana di Moncalieri e di Torino, il Gioberti, il Cattaneo, il Ferraris, il Cottini, lo Spinelli, lo Steiner, il Gobetti, il Regina Margherita, il Grassi, il Conservatorio Verdi e - anche - l'Università degli Studi e il Politecnico di Torino.
Nel 2009 sono stati attivati nove laboratori paralleli del Quintiliano corrispondenti alle redazioni scolastiche attive nei settori dell'istruzione secondaria (scuole superiori) e degli atenei torinesi.
Nel 2010 viene stilato il progetto della costituzione di un'Associazione Culturale che comprenda i laboratori già attivi e quelli da attivare.

Le proposte culturali dei laboratori sono di vario tipo:

THEATRUM: visione di spettacoli, a teatro;

AUDITORIUM: ascolto di concerti;

CINEFORUM: visione critica di film al cinema; partecipazione a rassegne cinematografiche;

SYMPOSIUM: incontro, con cena, per socializzare e riflettere informalmente, a caldo, sullo spettacolo cui si è assistito, anche con l'ausilio di schede didattiche;

CIVES: approfondimenti su legalità, educazione alla cittadinanza, Costituzione Italiana;

LUDUS: appuntamenti etico-sportivi;

ETHNE: partecipazione alle iniziative multietniche del territorio;

PACHA MAMA: iniziative ambientali ed ecologiche;

GANDHI: iniziative non-violente contro ogni tipo di discriminazione;

AGORÁ: dibattiti su temi d'attualità per la formazione delle opinioni;

BIBLOS: presentazione di libri;
ARTIFICIUM: promozione dei talenti artistici dei nostri allievi ed ex-allievi e progettazione delle visite alle mostre d'arte;
MNEMOSYNE: recupero delle nostre origini culturali nella storia (viaggio nella memoria, rievocazioni, visite a mostre, spettacoli, conferenze, lezioni introduttive alla storia del teatro, del cinema, della televisione e della radio);
MONOGRAPHIA: presentazioni monografiche interdisciplinari di autori attraverso significative opere che hanno arricchito il nostro patrimonio culturale;
EXPERT: trattazione di tematiche, da parte di esperti, per conoscere meglio le dinamiche dei fenomeni che ci presentano l'attualità e la storia;
DOSSIER: approfondimenti, documentazioni, testimonianze, recensioni, raccolte, relazioni, ricerche e tesine;
IN ITINERE: viaggi di istruzione brevi fuori urbe;
CAUPONA: incontri per accrescere e raffinare la cultura enogastronomica;
AUGUSTA TAURINORUM: lezioni itineranti nei luoghi storici della nostra città, che hanno visto transitare i maestri del sapere, e che ancora ne conservano l'eco;

DHARMA: appuntamenti con la filosofia e la spiritualità;
BERUF: informazione e formazione economica;
REPORTER: la realtà fotografata ad arte (mostre fotografiche);
IN CONCERT: reading, tendenze musicali, concerti;
CINEFERIAE: visione critica di film su richiesta degli studenti durante le vacanze.

Inoltre, il settore Informazione dei Laboratori comprende:


MONITOR: avvisi e segnalazioni;
VADEMECUM: segnalazioni di eventi culturali nel territorio urbano;
IN AETHERE: la cultura in tv o via radio;
NEWS: notizie dalle scuole collegate col nostro laboratorio;
WEB: notizie dalla rete.

Nel 2009 sono stati aperti anche:
1) un gruppo ufficiale su Facebook;
2) un canale video "LC QuintilianoTV" su YouTube, che consente un'espressione ulteriore della creatività comune di chi continua a costruire i nostri laboratori.
Gli studenti "storici" che, negli anni passati, hanno contribuito, insieme a decine di altri, con il coordinatore a condurre QUINTILIANO sono stati:

GUGLIELMO SANDRI GIACHINO (2005-06)
NICOLO' STROCCO (2006-07)
FLAVIO MERGOTTI (2007-08)
FEDERICO GARINO (2008-09)
ALBERTO ZANELLO (2008-09)
DAVIDE BIAGIONI (2008-09)
FEDERICO SILVESTRI (2008-09)
JACOPO VILLANI (2009-10)
ALBERTO SALUZZO coordinatore della costituenda Associazione Culturale (2009-10)


dal 24 settembre 2010:

data della costituzione dell'Associazione Quintiliano
Elezione del primo
Consiglio Direttivo (2010 - 11)
Presidente: Dario Coppola. Vice Presidente: Davide Biagioni (da settembre a dicembre 2010); Emanuele Amo (da gennaio 2011); Tesoriere: Federico Garino; Segretario: Alberto Saluzzo (da settembre 2010 a gennaio 2011); Davide Biagioni (da febbraio 2011); Altri Consiglieri: Alberto Zanello, Jacopo Villani, Antonino D'Ambra, Irene Fusi, Daniele Grillo.


dal 24 settembre 2011:
secondo Consiglio Direttivo (2011-12)

Presidente: Dario Coppola; Vice Presidente: Anton De Nicolò; Tesoriere: Stefano Marino; Segretario organizzativo: Ario Corapi (da settembre 2011 a marzo 2012); Jacopo Villani (da marzo 2012). Comitato esecutivo: ai consiglieri sopra citati si aggiungono i sottotesorieri Alessandro Minetti, Jacopo Villani (fino a marzo 2012), Ario Corapi (da marzo 2012) e i sottosegretari Bernardo Basilici Menini, Marcello Fadda.





L'ASSOCIAZIONE NEL PERIODO COMPRESO FRA IL 2013 E IL 2019 ENTRA IN PAUSA E SI LIMITA SOLO A PROMUOVERE EVENTI DI ALTRE ASSOCIAZIONI. NEL 2019 SI TENTA DI RIPRENDERE MA ARRIVA LA PANDEMIA. COL 2022 RIPARTONO I GRANDI EVENTI. LA COMUNICAZIONE SI ARRICCHISCE INOLTRE DEL CANALE INSTAGRAM quintiliano_associazione SEDE ATTUALE: via Filadelfia, 42 Torino Prima sede legale: piazza Vittorio Veneto 13, Torino

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